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![]() LATO 'B' => BRANO NON TROVATO! |
Con quella faccia un po' cosė, quell'espressione un po' cosė,
che abbiamo noi prima di andare a Genova, e ben sicuri mai non siamo che quel posto dove andiamo non c'inghiotte, non torniamo pių. Eppur parenti siamo un po' di quella gente che c'č lė, che in fondo in fondo č come noi selvatica, ma che paura che ci fa quel mare scuro, che si muove anche di notte, non sta fermo mai. Genova per noi che stiamo in fondo alla campagna e abbiamo il sole in piazza rare volte e il resto č pioggia che ci bagna. Genova dicevo č un'idea come un'altra, ma, ma quella faccia un po' cosė, quell'espressione un po' cosė, che abbiamo noi mentre guardiamo Genova, ed ogni volta l'annusiamo, circospetti ci muoviamo, un po' randagi ci sentiamo noi. La baia figlia di luce e di follia, foschia, pesci, Africa, sono nausea e fantasia, e intanto, nell'ombra dei loro armadi, tengono lini e vecchie lavande, lasciaci tornare ai nostri temporali. Genova ha i giorni tutti uguali, in un'immobile campagna, con la pioggia che ci bagna e i gamberoni rossi sono un sogno e il sole č un lampo giallo al parabris. Con quella faccia un po' cosė, quell'espressione un po' cosė, che abbiamo noi che abbiamo visto Genova. Ah ah ah ah, con quella faccia un po' cosė, quell'espressione un po' cosė, che abbiamo noi che abbiamo visto Genova, ah ah ah ah. |
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